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mercoledì 9 ottobre 2013

41 days of Poland

Quarantuno giorni qui.
Il mio ultimo aggiornamento risale all'era Mesozoica praticamente e per questo mi sento profondamente in colpa, ma proprio non riuscivo a schiattarmi davanti al pc ed aggiornare. Quando provavo a scrivere qualcosa la mia mente era totalmente vuota, pur avendo una miriade di cose da dire.
Ho sentito dire da molte persone: "Perché mettere paesi vicini? La cultura è la stessa e non c'è niente che puoi imparare o scoprire". Non state a sentire a queste stronzate, perché ho trovato una miriade di differenze sin dal primo giorno in cui ho messo piede qua. Quindi non pensate Asia, Europa, America Latina o che. Il mondo è vario a prescindere di dove si viva e dove si vada. Che poi ci siano delle culture che si vorrebbero conoscere e lingue da approfondire o scoprire è un'altra storia, ma non ponetevi alcun limite. 10 scelte sembrano tante e invece, credetemi, sono davvero troppo poche.
Torniamo alla Polonia. Ho la sensazione che se riesco davvero a formulare tutti i pensieri e scrivere ciò che ho da dire, questo post verrà davvero lungo... In caso, mi scuso in anticipo e mi scuserò alla fine con tutti i temerari che stanno leggendo, leggono o leggeranno queste mie parole.
Let's start.

Iniziamo da ciò che fa parte della mia vita quotidiana: la scuola.
Non ricordo se ho già detto qualcosa a riguardo nel mio post precedente, ma sicuramente non sapevo tutto ciò che so ora e non avevo vissuto ancora buona parte delle cose. Ormai è quasi finita la mia sesta settimana scolastica... un mese e mezzo di scuola. E pensare che finirà il 27 giugno *piange*
Ordunque. L'edificio non ha nulla a che vedere con le tipiche scuole italiane. Personalmente, la mia scuola sembra un carcere, anche se adesso si è deciso di colorarla di blu e le porte sono arancioni. A me sembra una prigione lo stesso e soprattutto non cambierò la mia opinione dopo essere stata in una scuola che è praticamente un castello. Dalle foto dicevo che era una Hogwarts in miniatura, e sappiate che lo è davvero. Anche se la mattina mi sveglio senza voglia di fare nulla, non esito ad alzarmi ed andarmi. Certo, lo sballo della mia vita scolastica sono soltanto le ottomilasettecentordici pause che ci sono nell'arco di tutta la giornata e i cambi di classe, "bufet", ovvero la mensa/bar, e i bagni delle ragazze. E il teatro. E ovviamente perdere tempo, perché è questo che faccio durante le lezioni.
Vi propongo un'immagine di quello che è il Liceo Marcinek di Poznan:

In un giorno qualunque di scuola, ecco dove ti trovi e dici: "Mah, ma facciamolo sto sacrificio".
E pensate che quando fa davvero freddo diventa la vostra fonte di salvezza. E quando devi tornare a casa è ancora peggio, perché dici: "Io qui sto così bene al calduccio, chi me lo fa fare di uscire fuori al freddo ed al gelo?"
Scleri a parte, quella è la mia scuola. Certo, dentro non mi entusiasma più di tanto. Almeno i corridoi non lo fanno. È tutto piuttosto antico, eccetto la hall, luminosa e gremita degli studenti, e fornita di un tabellone sul quale vengono riportate le lezioni mancanti della giornata, eventualmente del giorno dopo, cambi di classe per le lezioni e a volte anche avvisi di eventuali concorsi o gare. (perché sì, le scuole polacche sono fatti perlopiù da concorsi... ce n'è davvero per tutti i gusti).
Questa è la hall:

Beh, un po' vuota durante le lezioni naturalmente... però :')

Uscendo un attimino di lì... Perché sì, bisogna farlo anche durante alcune lezioni... Cioè, durante una lezione: educazione fisica. A parte che c'è una palestra situata a pochi passi dalla scuola, fuori quindi, dove solitamente andiamo e poi torniamo all'interno della scuola in caso di basket (perché quella palestra o la dividiamo con i ragazzi oppure gliela lasciamo e facciamo i fattacci nostri). [Sì, le lezioni di ed. fisica sono divise tra ragazze e ragazzi, ma non è traumatico, almeno per me... essendo abituata ad una classe di sole ragazze... E l'unico uomo presente è il gnocc.... il prof. di ed. fisica, sì, giovincello e col bel c... urriculum, sì).
Dicevo. Nel cortile della scuola sta questo mini campo da basket (mini, poi... cioè francamente non ho ancora capito se è più piccino di quello normale o meno, però correre avanti e indietro là fa pensare che sia davvero infinito), un campo da calcio e uno spiazzale enorme alla destra ed uno enormissimo alla sinistra. In pratica potrebbero metterci altri tre campi da calcio e starebbero apposto proprio. Perché fidatevi, correre per tutto quello spazio e fare tre giri senza fermarsi STANCA. Puoi essere anche Arnold Schwarzenegger ma tu ci crepi dopo quella corsa. E ovviamente il prof ti dice di fare subito stretching e basket. Appoggiata a terra. Sulle foglie che cadono e alcune che ti arrivano in bocca dagli alberi a fianco al campo. Figatissima comunque. Ma questi passaggi sulle foglie li lascio a più tardi.
Ora vi mostro il campo da calcio: 
Una parte, almeno. Una piccola porzione perché non sapevo dove schiaffarmi per prenderlo. Comunque immaginate a correre tutto quel coso per tre volte di base... mi piange ancora il cuore e i polmoni mi stanno ancora maledendo.
Quanto vecchia son diventata?
Ordunque, credo sia arrivato il momento di andare oltre l'infinità della scuola. Ah, va beh, solo per dirvi, c'è il piano terra, presidenza in fondo all'ala destra della scuola, e un piano superiore. Poi in generale due piani superiori, il secondo diviso in ala destra e sinistra (in pratica se sbagli lato devi scendere di nuovo, quindi fai meglio ad imparare presto dove sono le tue classi così da non sbagliarti e non farti centinaia di scale per nulla), e il piano -1, dove c'è un enorme spazio dove mettere i giubbini, altre classi e il bufet.
E penso di aver descritto ampiamente tutta questa parte. Adesso andiamo oltre, perché intanto sono ancora a parlare solo della scuola e non ho nemmeno iniziato D: meglio non pensarci...

Il primo giorno di scuola vai lì per prendere la timetable e poi te ne puoi andare. Ti vesti ovviamente elegante, gonna, camicia, cappotto, e poi esci fuori e ti vai a gelare. Sì, perché quest'anno ha deciso di far freddo da inizio settembre (e per freddo intendo tra 6 e 15 gradi di settembre che sono diventati poi 0 - 10). A settembre È freddo, chi dice il contrario si becca un capatone in bocca, perché quella che si sorbisce i 0 gradi di prima mattina senza poterci fare nulla sono IO. FA FREDDO!!! E se arrivo a -20 credo che mi sparerò, troverò un'arma da qualche parte e lo farò perché io NON LO REGGO. Però poi penso alla neve e... OK TOGLIAMO STO OT.
E il mio primo giorno è stato: mi guardavo attorno, tutta gente vestita uguale, che si abbracciava e urlava, parlava, io non capivo nulla, prendo queste lezioni senza capirci una cacca secca e vado in uno dei centri commerciali più grandi d'Europa che si trova qui a Poznan, lo Stary Browar. Dopo vi metto una foto, non disperate, è che non voglio ostruire troppo nel mezzo (?) già l'ho fatto ma non pensiamoci.
Dal giorno successivo, martedì 3 settembre, le lezioni sono iniziate. Dal primo momento i professori mettono tutto in chiaro, i punteggi, come guadagnarli, il programma dell'anno e quant'altro. Le ore qui sono di 45 minuti ed alla fine di ognuna ci sono pause che vanno dai 5 ai 15 minuti, più la long break dalle 10.30 alle 10.50. Ovviamente tutte le pause sono sempre agli stessi orari, però le lezioni possono iniziare alle 8 così come dopo la long break (il mio attuale mercoledì :3).
Ed è stato sempre e solo questo per le prime due settimane, perché il mercoledì 4 andammo ad una giornata dello sport dove facemmo bowling e tennis, e c'era anche squash ma capii dopo pochi istanti che non ero tagliata per farlo, quindi mi rilassai. Non fu una giornata propriamente entusiasmante, non capirci nulla mentre tutti lo fanno e a stento vogliono tradurti qualcosina non è bello. Lo facevano più gli istruttori lì in maniera poco corretta che i miei compagni di classe, vi lascio immaginare... 
E comunque dicevo è stato sempre questo. I professori credevano che io importunassi la mia vicina di banco per perdere tempo, quando poi mi iniziavano a fare una sorta di predica io non capivo un'acca e quindi capivano che ero italiana. E mi ignoravano.
A me come all'altra exchange student di classe mia, Jasmin dalla Germania (anche se non è con AFS ed è tutt una cosa particolare e francamente un'exchange non exchange, ma è inutile soffermarsi su una cosa simile perché non ve ne frega niente). Però lei ha già studiato un po' di polacco e quindi andava un po' meglio di me.

Ordunque, passando alla situazione attuale, le lezioni sono piuttosto pallose. Qui non è come in Italia, sia per lezioni sia per compiti in classe o test. Cerco di spiegarvi brevemente come funziona.
Gli studenti entrano in classe e si mettono con la testa sui libri, ascoltano e non fiatano proprio se non interpellati dal docente. No, non è un'atmosfera tesa in cui gli studenti hanno paura di parlare, stanno semplicemente attenti. Sin dal primo giorno si instaura un ottimo rapporto con gli insegnanti e ancora non mi spiego come, ma comunque non sono mai in ansia. Dicono di tanto in tanto di aver paura per interrogazioni e compiti, mentre hanno sempre quaderni o libri in mano anche durante le pause, per il resto stanno sempre ad ascoltare, scrivere, prendere appunti, leggere, fare esercizi. Che sia polacco, o matematica, o chimica, o fisica o economia o addirittura religione, loro lo fanno. Sì, beh, ho fatto solo un paio di lezioni di religione per vedere com'era e me ne sono scappata a gambe levate, non è proprio per me, sorry.
I compiti in classe durano solitamente massimo 20 minuti, poi bisogna consegnare e dopo si fa lezione normalmente. E tutti stanno con la testa sui fogli, non la alzano quasi mai, eccetto con edb (una cosa sui militari) che hanno fatto un compito di classe con i cellulari e internet :D polacchi ribelli... tutto ciò mentre io dovevo scrivere i gradi dal minore al maggiore dei militari e dell'aeronautica militare in italiano. Con un mini-dizionario che non riusciva a tradurmi quasi nulla. Beh, devo ringraziare le chiacchierate con il mio papà sull'esercito e tutto... Almeno sono riuscita a scrivere buona parte di cose ahahah
Anyway.
Le interrogazioni sono diverse. In Italia probabilmente il 98% degli studenti con il 98% dei professori scende a compromessi e queste si possono programmare, qui invece no, decide la sorte, o meglio i dadi il giorno stesso. Devi andare sempre preparato perché può sempre capitare il vostro numero. 
Ah, già, altra piccola curiosità: i professori non ti chiedono mai il cognome, ma solo il numero d'appello. Che io ho imparato (forse) qualche giorno fa. E nemmeno. Io credo di essere il 16 ma non ne sono tanto certa, davvero. Lo sanno gli altri per me e questo mi basta xD ho solo imparato i nomi delle due persone che stanno prima di me e d'istinto rispondo all'appello, per il resto bah, chissene. Me ne infischio.
E di tanto in tanto, inoltre, vengono sorteggiate delle persone, o scelte dal docente, per il controllo dei quaderni. Quindi qui non è un optional avere un quaderno. Devi averlo e per ogni materia, pieno di tutto ciò che hanno fatto, e se non lo hai trovi un modo per aggiungerlo. Ma solitamente questi hanno sempre tutto.
Inoltre, cosa molto buona e che spero avverrà anche in Italia, ognuno ha un proprio account sul sito della scuola dove vengono riportati tutti i voti, gli orari delle lezioni e tutto il resto. Gli avvisi vengono inviati per email stesso su quell'account. Vengono creati dal docente coordinatore di classe ed è ottimo, davvero. E soprattutto il sito è pieno di tutto ciò che puoi immaginare e non immaginare di trovarci sopra. Magari in Italia facessero una cosa simile bella ed ordinata. Ma inutile riporre inutili speranze.

La settimana scolastica, comunque, inizia il lunedì e termina il venerdì. Niente sabato. Le lezioni, come ho già detto, sono di 45 minuti e ci sono più pause nell'arco della giornata, a volte io ho ore libere che si possono sia occupare, sia trascorrere in bufet o nella biblioteca o in mezzo ai corridoi a far nulla. Figata immensa, sì, se non fosse per il fatto che si trovano api ovunque.
E da qui concludo l'argomento scuola e passo a quello paesaggi, insetti, cielo. E autunno, va'.

Allora... Se avete la fobia degli insetti come la sottoscritta, ma siete talmente temerari da voler comunque tentare un'esperienza in Polonia, rinunciateci: li troverete ovunque. Ad ogni angolo di strada, in ogni classe, ogni passo che fate, vi troverete api, mosche e qualsiasi altro insetto esistente al mondo che vi segue. Vi perseguita. Vi stalkera. E il peggio è che non potete denunciare gli insetti, perché poi vi portano al manicomio... e se ne infischiano che non state solo scherzando e avete LAFOTTUTISSIMAFOBIADIOGNIINSETTOESISTENTESUQUESTOPIANETA.
Questo a prescindere degli 0 gradi, perché anche con pochissimi gradi li troverete. Mi dispiace per voi ma soprattutto per me che lo sto vivendo ora ogni santo giorno e ho collezionato in soli 41 giorni un vasto repertorio di figure di merda in luoghi pubblici e non a causa delle api e insetti vari.
Dovete capire che la gente qua fa come se non esistessero, o forse sono talmente abituati da non vederli più. Io ne vedevo, in Italia, e credevo fossero tante. NON è vero assolutamente, perché adesso abbraccerei e alleverei un alveare intero di api a Napoli, perché paragonate a qua sono davvero pochissime e soprattutto non ti importunano ovunque.
Non è facile conviverci, non puoi nemmeno metterti d'accordo o scendere a compromessi. Lo devono fare sempre con la mia povera borsa mentre io mi allontano e con una faccia sconvolta, appena prima di urlare in maniera poco consona all'ambiente e sopratuttto estremamente isterica, le scaccio. Questo può funzionare, ma non vi assicuro che non ritorneranno, perché è certezza, è totalmente appurato che lo faranno. Arrendetevi... ma sappiate che non lo farete mai davvero. Vedete? Si impazzisce ad un certo punto.
La natura, comunque, è mozzafiato. Lo è sempre, all'inizio vi lascerà totalmente spiazzati. Per adesso ho vissuto un po' dell'estate, colori molto accesi, verdi bellissimi. Adesso è iniziato l'autunno, le foglie cadono in continuazione, e sono dei più disparati colori. Verdi, marroni, gialle intense, arancioni, rosse, viola e blu. Con tante sfumature. Cadono sulle vostre teste, le schiacciate in continuazione e sembrano non finire mai, anche se gli alberi, perdendole, dovrebbero rimanere spogli. Qua cadono e invece gli alberi sono comunque pieni di foglie D: che stregoneria è mai questa?
Il cielo, invece, vi sconvolge ancora di più. Direte voi, il cielo è quello in tutto il mondo, e anche qui quando dico che il cielo mi piace da morire mi prendono per idiota. Idiota ci sono senza dubbio, però vi giuro, le nuvole prendono dei colori fantastici, il cielo te li mostra in maniera così nitida, così chiara, e sono così belli ed intensi... Dal rosa, lilla, celeste del mattino con nuvole o senza, al cielo blu intenso del pomeriggio, nuvole nere nel cielo blu che si sta scurendo per la notte, una volta addirittura tutto cielo nero e solo all'orizzonte ancora illuminato! Cioè, non so voi, ma io a Napoli non ho mai visto una cosa del genere. Forse ho prestato io poca attenzione ma poco ci credo, perché guardare il cielo è sempre stata una mia fissa. 

Ok, passiamo alla prossima cosa. Visto che ho accennato alla collezione di figure di merda alle fermate degli autobus specialmente e ai semafori, parliamone. NO DAVVERO PARLIAMONE.
Le fermate degli autobus non sono entusiasmanti, ma a differenza di Napoli ci sono timetables per ogni pullman e orari e... io sono ancora shockata in una parte recondita di me, ma ormai abituata quasi ai ritmi di autobus e tram qui... Sono PUNTUALISSIMI. A parte di primo mattino quando c'è un traffico che ti fa cadere le braccia, precisissimi. Spaccano davvero il minuto, dominano tutto. Gli autobus e i tram qui sono verdi e sotto a tutto hanno una striscia gialla. Niente di entusiasmante, anzi.
La cosa meno entusiasmante di tutte è il fatto che ti sballottolano da una parte all'altra e rinunciate all'idea di stare nella stessa posizione per più di una volta su di un tram, a meno che non stiate seduti. Lì potete dirvi quasi salvi, e dico quasi perché prima o poi dovete alzarvi per scendere alle vostre fermate. Io lo chiamo il momento della guerra, tra gente che deve scendere e salire, che non si toglie davanti e ti spinge per nulla, ma io cerco sempre di mettermi alle porte una o due fermate prima, così me li tolgo tutti davanti e mi faccio la corsa alla mia fermata dell'autobus o fuori scuola. 
Ma la cosa che più mi irrita e alla quale non riesco ad abituarmi, e continuo ad imprecare in tutte le lingue che conosco contro i SEMAFORI. Dio, gente, vi giuro. Prima di trovare la linea di tram che arriva fuori scuola mia, scendevo ad una fermata che si chiama Most Teatralny, camminavo per una decina di minuti ed ero a scuola. Il problema è che 10 minuti ne diventavano decisamente di più e dovevi correre. Tutto per cosa? Per quei merda di semafori. Un minuto verdi e sette rossi. Non scattano MAI. I pedoni possono diventare anche degli scheletrini, ma il semaforo ti farà vivere altre settecento vite prima di ricordarsi che, ohcazzo!, esistete anche voi e scattare al verde. Fanno esaurire e io non mi capaciterò mai di quanto siano pietosi. Li DETESTO. 

E adesso passiamo ad un altro infinito spasso della mia nuova esistenza: la lingua.
Il polacco è la lingua più difficile del mondo. Mettetevi in pace con voi stessi, placate le vostre anime e rinunciate a qualunque altra cosa (cosa che io non sto facendo ma dettagli). Rinunciate all'idea che possa essere facile impararlo, rinunciate all'idea che possano esserci delle pronunce facili, suoni che saprete imitare bene ed imparerete. No, non è così. Vi servirà tutto il tempo che avete a disposizione per impararlo. A parte che c'è il polacco a tempo pieno, dato che tutto è scritto in polacco, la gente parla in polacco, quindi lo ascolti dalla mattina alla sera e non c'è nulla che ti stacchi. Pensate che anche youtube s'è messo! Ormai ho anche le pubblicità in polacco, pur avendolo ancora impostato in italiano. Niente da fare, io ormai sono totalmente fuori da ciò che sta accadendo in Italia e nel mondo in generale. Ma di questo parlerò dopo il punto della lingua.
Eliminate la v dalla vostra testa, il fatto che la C si legga nel nostro modo, che ci sono minimo due dittonghi per un suono quasi identico... Sì, che poi per loro è diversissimo, ma per noi è sempre tutto uguale. per me lo è e infatti continuo a ripetere "È LA STESSA COSA!" quando sbaglio a scrivere. Ovvero la maggior parte delle volte, nelle quali rinuncio e passo carta e penna a qualche polacco di buona volontà che cerca un po' di pazienza per non uccidere colei che sta distruggendo la propria lingua.
Però poi ci pensi e ti spanci dalle risate. Almeno per me è così. Rimango sconvolta all'inizio, non so come reagire, poi passa un po' di tempo e a stento trattengo le risate. Che miti, ragazzi, che miti. Non sai se amarli od odiarli perché tengono degli atteggiamenti che ti esauriscono all'inverosimile, ma poi dici "per loro è normale così". Ma per te non lo è, quindi li vuoi riempire di capatoni in bocca. E poi pensi che per loro lo è... ed ecco come cominciano le crisi esistenziali. Poi i capatoni li date nel muro a discapito di voi stessi ed eventualmente della famiglia, o meglio del muro della famiglia ospitante.

A questo proposito... io la sto per cambiare la famiglia, però per un mese e qualche giorno sono stata comuqnue con loro e ho la mia collezione di figure di merda e ricordini particolari. Non saranno infinitamente entusiasmanti, ma vi giuro, queste poche cose mi fanno spisciare dalle risate. Non ve le sto a scrivere perché sono imbarazzanti da dire al pubblico, però vi dico solo di godervi ogni momento bello, perché quelli brutti arriveranno e ci saranno dall'inizio. E io ne ho vissuti anche qui, poco piacevoli, spiacevoli al 100%, e anche e soprattutto con la classe. 

I pianti ve li farete quando vorreste ribattere e invece non potete, perché fermati dalla lingua o da una cosa comunemenete chiamata solodiosacosa, perché è più facile e non servono giri di parole enormi per descriverla. Ma io proverò a fare questi giri di parole per cercare di rendere l'idea di cosa potreste vivere. Poi ogni esperienza è singolare e quindi beh... I miei possono essere solo consigli per i futuri exchange students in generale e in specifico per quelli che sceglieranno di vivere la mia esperienza annuale qui :) 

È difficile. Vi farete male un sacco di volte. E non parlo fisicamente, cioè, anche quello e specialmente all'inizio, però quello che è più difficile da controllare e sanare è il dolore che proverete dentro. E questo credo sia inevitabile per qualunque adolescente che decide di fare un'esperienza simile all'estero. A prescindere del paese, a prescindere di tutto il resto, fa male. Dannatamente male. Desidererete molte volte di tornare indietro e dire "chi diavolo me l'ha fatto fare? Cosa avevo in mente in quel periodo?", scaturiti dalla rabbia, dalla tristezza, dalla malinconia che a volte vi prenderà quando meno ve l'aspettate. Anche le piccole cose vi ricorderanno qualcosa che eravate soliti fare in Italia, o viverla o cose del genere ed ecco che vi troverete a pensare, senza rifletterci poi così tanto, "Mi manca la mia famiglia".
Vi mancherà. Proverete una voglia immensa di tornare a quello che non vi stava poi così bene pur di sentirvi a casa. I più fortunati potrebbero sentirsi a casa dopo un breve periodo, altri, come me, potrebbero necessitare di più tempo. Io ancora non mi sento pienamente a casa, e non mi sento in famiglia qui. Non propriamente. Mi sono affezionata, ma non mi sento bene, non si è instaurato nessun rapporto famigliare. E sappiate che quella è una cosa che all'inizio vi sembrerà banale e direte "che bello che bello che bello non vedo l'ora". Conoscerete le vostre famiglie magari prima di partire e avrete modo di comunicarci, ma viverlo è diverso. Devi davvero sentirti a casa, altrimenti non starai mai davvero bene. Tenete sempre in conto che siete da soli, in un paese diverso dal vostro, lingua diversa, abitudini diverse, orari diversi, clima diverso, cibo diverso, persone diverse, mentalità diverse, senza famiglia, senza amici, senza nulla di riferimento. Siete decisamente dei temerari, perché pur essendo una scelta sulla quale potreste riflettere, è dannatamente avventata. Chi sano di mente partirebbe alla volta di un paese che può conoscere solo da immagini? Ovviamente noi exchange students.
Da qui vi posso dire quello a cui mi riferivo prima. Ingoierete bocconi amari senza poter far nulla e questo vi farà ancora più male di tutto ciò che ho scritto sopra. Quello lo potete far assopire col pensiero che andrà meglio, potete metterlo da parte, pian piano farà meno male e vi abituerete alla vostra nuova vita. Ma all'inizio non è così. La lingua è un grandissimo ostacolo, le persone sono diverse, ragionano e agiscono in maniera diversa e vi spiazza. Vi faranno rimanere molto male. Diranno delle cose spiacevoli convinti che non capiate nulla nemmeno quando state imparando. Potrebbero escludervi, perché non tutti sono interessati a queste cose come lo siamo noi e pochi altri poveri cristi che vi staranno pure appresso. E penserete che siete comunque voi a dovervi abituare, perché quello è il loro stile di vita, è il loro paese e devi rispettarlo. E devi mettere un po' da parte tutte quelle che erano le tue certezze, perché non ne hai più nel momento in cui sali su quell'aereo che ti porta nel paese ospitante. 

Detta così sembra una cosa tremenda che non bisogna fare, ma ragazzi, è un periodo che si vive. Non è che tutto l'anno sarà così, pensatela così. Io lo faccio sempre per farmi coraggio. Mi sarò maledetta una miriade di volte per aver preso questa scelta, ma al contempo la mia vera me stessa non fa altro che incoraggiarmi e dirmi che ho fatto la cosa migliore in 17 anni di vita. Non importa quanto la gente mi stia ferendo, non importa quando non mi senta in famiglia e questa non sia ancora casa mia, non importa quanto il cibo mi abbia fatto e ancora oggi continua a farmi stare male alcune volte, non importa che non c'è nulla di ferreo che mi àncora a questo posto. Quando il 28 giugno dovrò salire sul treno che mi porterà a Cracovia per il mio ultimo giorno in Polonia, sicuramente non vorrò tornare. A prescindere da tutto ciò, diventerà la vostra vita. Non peserà tantissimo non vivere quella di prima, specialmente se, come me, la detestavate con tutti voi stessi. La nuova sarà sempre meglio, pian piano. Mettete in conto che ricominciate da capo ed è palese che non sia assolutamente facile. Pensate come sarebbe nascere già adolescenti e sentirsi bambini. Perché io sono una bambina che deve crescere in ormai altri 8 mesi e mezzo di permanenza, a partire dalla lingua ma soprattutto come persona. Io non sono contentissima del mio paese ospitante, aspiravo a cose completamente diverse da quello che è e sto trovando difficoltà ad abituarmi. Aggiungete la lingua che imparo perché devo e che non mi piace per nulla... è ovvio che mi direbbero di tornare.
Alla fine vi abituerete lo stesso. La sfida c'è comunque e voi non potete semplicemente dire "mi arrendo". Seppur vi arrendeste e tornaste, vi immaginate cosa trovereste? Il peggio del peggio. Tutto sarebbe peggio di prima e vi sareste persi il meglio.
Come si suol dire "dopo la pioggia c'è sempre il sole". Che tornerà anche la pioggia è ovvio, perché non è possibile che non ci sia mai un po' di pioggia; il maltempo esiste e come tale deve manifestarsi. Ma il principio di tutto è il sole e tornerà sempre a splendere.

Il post è davvero kilometrico e non ho detto tutto ciò che volevo dire. Magari aggiungerò una parte due appena possibile.
Però posso dire che adesso va meglio, su, concludiamo più in bellezza. Ho iniziato teatro un paio di settimane fa, saltandolo la settimana scorsa a causa dell'influenza, ma è comunque complicato. Mi sento una ritardata perché non capisco cosa dicono e, se loro cambiano esercizio, io sto ancora facendo il precedente. E mi sento davvero palesemente deficiente patentata. Poi c'è la pallavolo che non ho ancora iniziato per un motivo od un altro, ma sto cercando di trovare la forza di giurare a me stessa che martedì prossimo ci rimango a scuola... per due ore e mezza circa di pallavolo dopo aver iniziato alle 8, fare due lezioni di polacco e tante altre in cui sento parlare in polacco senza capirci nulla e vorrei solo prendere tutti a sprangate.
Ah, povera la mia testa.
E qui l'unico sballo della mia esistenza sono i centri commerciali. Per ora solo lo Stary Browar, ma ce ne sono altri che attendono mie visite.

Beh, io ringrazio chiunque di voi che è così coraggioso da sorbirsi tutto questo papiello. Se c'è qualcuno tra voi che è interessato alla Polonia e vuole parlare di cose anche belle di questo posto al di fuori delle normali preoccupazioni del primo mesetto e mezzo nella comunità ospitante, lo dica pure. Io sono disposta a dare tutte le informazioni che ho e, in caso, anche procurarmene per fornirvere. Le vie per ottenere le cose qui sembrano essere infinite, davvero, vi sentirete pure potenti xD

Pa pa! (È un saluto informale quando ci si congeda u.u) Do zobaczenia!

Ciao a tutti, a presto!

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