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lunedì 16 giugno 2014

13 days... or 12

Bene, ormai siamo sotto le due settimane, siamo quasi a -12... GIORNI. Giorni, rendetevi conto. E vi chiedo di rendervene conto perché io da sola non c'ha faccio proprio! Incredibile, gente, il tempo è passato alla fine.
9 mesi e mezzo sono andati, manca praticamente un battito di ciglia e dopo 305 giorni lontana da casa finalmente starò di nuovo lì. LI RIVEDRO', CAPITE?! LI RIVEDRO' TUTTI!!!
9 mesi e mezzo che sembravano non passare mai! Ne ho passate talmente tante e sono dovuta stare così tanto chiusa in me stessa e da sola che credevo sul serio sarebbe durato per sempre.
Penso che sia arrivato quindi il momento di tirare un po' le somme, dato che l'esperienza è finita e sono certa che questo sarà l'ultimo post che scriverò dalla Polonia. Il diario è pieno ed è più facile scrivere lì e ripetere anche mille volte gli stessi pensieri per l'incredulità, mentre credo che per i lettori potrebbe essere più palloso!
Io proporrei, comunque, di iniziare dalle cose negative, perché così ci rattristiamo un secondo e poi passiamo alle cose belle, quindi ci facciamo qualche risata. Quindi, egregi lettori, in esclusiva per voi: i momenti più importanti, eclatanti, brutti e belli del mio anno in Polonia!
I momenti più brutti sono stati sicuramente, in ordine cronologico:
1) I problemi fisici dovuti all'adattamento al posto, al clima e al cibo dei primi 20 giorni in Polonia;
2) ovviamente lo shock culinario;
3) Come potrebbe mancare il ricordo dei mal di testa lampanti e dei continui shock per questa lingua?! Il polacco è stato praticamente il problema fondamentale dal quale sono nate il resto delle brutte cose nella mia vita qui;
4) Il primo cambio famiglia, per quanto sia stato meglio così, vedendolo da lontano mi fa provare un po' di rimorso;
5) Il fottutissimo cambio di classe arrivato solo a inizio novembre
6) A novembre mi sono ammalata spesso e questo non ha giovato alla mia vita sociale
7) A dicembre sono iniziati i problemi, legati inoltre al fatto che in tutti i mesi antecedenti oltre a Sarah non avevo un caaaazz di nessuno
8) Ho passato il peggior Natale e il peggior Capodanno della mia vita, annoiandomi al massimo, senza sentirlo per nulla e rimpiangendo quando in Italia non volevo stare troppo a tavola e non volevo mangiare un cazzo di niente
9) L'anno nuovo l'avevo iniziato con buoni propositi, che il mio culo immenso si fosse andato a fare una passeggiata è un'altra storia. Del tipo che i problemi sono peggiorati, salute ancora di più e come ciliegina sulla torta mi son pure rotta il dito durante ed. fisica. Brava Martina, brava
10) Appena tornata dalle vacanze d'inverno a Cracovia, mi son liberata del dito, nel senso della fasciatura che me lo teneva fermo, ma ho avuto problemi con la pancia e da lì è stato un precipitare continuo fino all'arrivo del campo di marzo con AFS a Cieszyn
11) La settimana dal 17 al 23 marzo è stata una cosa tremenda: un continuo stare in treno, sballottolata di qua, fai tutte le valigie, non entra niente da nessuna parte, 38975382957392 buste e parti alla volta di Cracovia senza guardarti indietro e subisciti pure l'essere fatta una merda e non essere MAI creduta da nessuno
12) Proprio come pesce d'aprile ho avuto la febbre, ma grazie tante tesoro! Sono appena arrivata a Cracovia e tu mi stendi già, bene
13) Fino a fine maggio calma piatta, più o meno, ma appena arrivata a -23 giorni sono iniziate le crisi isteriche, nervose, arrivano, vanno e ritornano e sono molto creative! Sono capaci di presentarsi per qualunque cazzata in qualsiasi momento della mia fottuta vita e si manifestano nel modo che più gli aggrada. PUTTANE
Quindi passiamo ai momenti belli ora, ok?
1) Arrivata in Polonia ho potuto conoscere Sarah, Sara e Daniela e non nego di aver passato alcuni bei momenti anche con Kasia prima della sua partenza per la Francia;
2) Tutto il mese di ottobre l'ho passato a casa di Paulina e sono stata un amore, se togliamo l'argomento compagni di scuola e classe che ti fanno sentire peggio di un alieno e ti ignorano dalla mattina alla sera, perché non esiste che si sforzino a parlare in polacco, Martina, non ti devono niente, lo sai tu e lo sanno loro e quindi so' cazzi tuoi, arrangiati
3) Col cambio di classe un po' di felicità iniziale e l'eccitazione ci stava così come con la famiglia, che poi queste sono andate scemando di continuo fino alla caduta libera in quell'infinito burrone è un'altra cosa.
4) Aggiungiamo nel mezzo che ho imparato ad accettare pian piano che dovevo adeguarmi comuqnue al cibo di qua, e non era possibile che ci sarebbero solo state cose che non mi sarebbero piaciute per niente, quindi ho stretto un rapporto con il cibo nella speranza che ci fosse il 99% delle volte solo quello che mi piaceva
5) A gennaio ho visto la neve. Due settimane, insomma, e ho provato l'ebbrezza dei -20 gradi con vento gelido e i giubbini che sembravano non essere mai abbastanza, ma insomma; ero contenta così... un po'
6) A febbraio sono stata due settimane a Cracovia e anche qui ho visto la neve, ho visitato il sud, sono stata a Zakopane, ho visto Auschwitz, mi son fatta i bei giretti e stare lontana da Poznan mi aveva colmata di una felicità inspiegabile!
7) Dopo il pesce d'aprile non del tutto gradito, sono tornata a scuola, ho avuto la mia famiglia e la mia fottuta curva è salita sempre più, fortunatamente, senza scendere, al massimo se lo faceva era di poco per gli sbalzi d'umore o momenti che comunque vengono a tutti nella vita quotidiana.
8) La Pasqua anche non è stata tanto fantastica, un po' perché mi erano arrivate le cose da studiare dall'Italia, un po' perché, nonostnate la Polonia sia un paese infinitamente cristiano, questo tipo di festività non sono proprio riuscita a sentirle. ZERO.
9) Ho passato bei momenti con Karolina, la mia famiglia, le mie amiche, i miei compagni di classe e di scuola
10) Alla fine di maggio sono andata a Poznan a salutare e ho concluso in maniera migliore il capitolo di quella città, divertendomi, visitando Varsavia che davvero NON mi è piaciuta per niente (ma mi sento magnanima oggi e non la inserisco nelle cose brutte, dai)
11) Giugno è arrivato, ho sentito un po' di calduccio per due giorni, poi è tornato il freddo e la pioggia che tuttora persiste ed io vorrei solo fanculizzarlo
Ed ora la cosa più importante. Tutto ciò che è stato bello dal mio trasferimento a Cracovia sino ad oggi lo devo a questa meravigliosa città, alla famiglia e al fatto che sono riuscita ad imparare il polacco.
La barriera linguistica è stata la cosa più difficile da abbattere, le incomprensioni linguistiche, il non-senso dell'umorismo polacco per me e di quello italiano per loro; la diversità, la freddezza di Poznan e quella meno gelida di Cracovia, la gente più calda e calorosa, più rumorosa, di una città che mi faceva sentire più a casa, del Sud del paese. Il mal di testa è passato e nonostante gli errori di grammatica che non cessano ancora di esistere, penso di aver fatto tanto. Tutti si congratulano con me e questo mi permette di andare fiera, anche se non del tutto, perché porto in me la certezza che avrei imparato molto di più e molto meglio questa lingua se non avessi "perso" sette mesi a Poznan.
Ma almeno posso dire di avercela fatta. Posso dire di essere crollata e di essermi rialzata, di essermi anche stancata spesso della lingua, del cibo, del paese, di queste persone, di questo clima, di questo tutto, di questa vita, di questa scuola e di tutto ciò che riguarda quello che ho vissuto. E nonostante tutto sono riuscita a portarla a termine con la testa in alto, e dopo aver penato per tutto questo tempo ed aver vissuto anche momenti che custodirò gelosamente nel mio cuore, tornerò a casa mia.
E non ho mai sentito così caldo durante quest'anno.

A presto, Napoli.
La Giacopinzia sta per tornare.
Anche se mi fa paura dopo aver vissuto tanti mesi stando tranquilla in tutto e per tutto, tornerò da te. Per loro, per la famiglia e per gli amici, per le persone care che non hanno smesso di farmi forza e dirmi che ce la potevo fare, che c'era un motivo per il quale ero partita; la forza c'era sicuramente. Per cosa buttare l'anno aspettato per tutto il liceo?

Stiamo per salutarci, Polonia. Mi hai dato e tolto tanto. Mi hai fatto piangere, ridere, gioire e soffrire, ma in primis mi hai fatta crescere. Di questo non ti ringrazierò mai abbastanza.

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